13.3.07

Quanto possiamo consumare?

Il marketing è quella disciplina che si occupa di soddisfare i bisogni (anche dormienti) del cliente.

Da questa semplice definizione nasce poi tutta una serie di teorie sulla comunicazione, la pubblicità, il prodotto.
Di tutto questo spesso quello che rimane più impresso alle persone è la pubblicità stessa.

E' il riflesso più concreto sulla nostra quotidianità e spesso invade la nostra vita nei modi più disparati.
Dobbiamo ancora assumere che la maggior parte del carico pubblicitario passi attraverso i vecchi media.

L'interrogativo che mi è sorto è: qualcuno ha mai calcolato il riflesso economico di tutti gli stimoli ai quali siamo sottoposti durante la giornata?
Mi spiego meglio: prendendo una persona di una fascia sociale media, con un vita relazionale normale, con un reddito da lavoro nella norma, è possibile quantificare quanto dovrebbe spendere se rispondesse positivamente a tutti gli stimoli ricevuti (comprese automobili, crociere, gioielli, ma non dimenticando pasta e sughi pronti)?

La domanda è oziosa, senza scomodare le teorie comportamentali è ovvia un'attività di filtro costante che applichiamo per decidere le priorità di spesa.

Ma ragioniamo per assurdo: ogni giorno quanto teoricamente ci viene chiesto di spendere? Mettiamo che questo numero sia X, moltiplichiamolo per 30 giorni mese, abbiamo 30X=Y.
Stimiamo che la capacità di spesa massima sia qualcosa simile a Y/500 (ad esser prudenti). Immaginiamo inoltre che solo Y/1000 venga impiegato in attività di consumo.

Dobbiamo dedurne che in media solo lo 0,001% di quanto stimolato viene effettivamente attivato.

Mi piacerebbe conoscere l'andamento storico di questa percentuale e capire se stiamo effettivamente sviluppando anticorpi verso le forme tradizionali di advertising e se questo porterà ad un progressivo abbandono delle forme classiche della pubblicità.

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