31.3.07

Il cinema e l'equivoco della narrazione

Il cinema e la narrazione di una storia sembrano alla gran parte delle persone indissolubilmente legati.

In effetti questo non è proprio vero, il cinema nasce come immagine in movimento e non è quindi limitato ad un percorso narrativo.
L'interpretazione di un cinema "figurativo" e non "narrativo" è molto forte nel cinema sperimentale, ma è molto difficile vedere qualcosa in questo senso fuori dalle aule universitarie.

Ultimamente "Inland Empire" di Lynch ha riportato a galla un certo modo di pensare il cinema come flusso di immagini collegate più da un'idea e dal montaggio che da una storia vera e propria.

Ovviamente la difficoltà di lettura di un testo pensato in questa maniera è enorme ma è pur sempre rappresentativa di un fare cinema forse troppo trascurato.

Non è un caso che per Kubrick si sia parlato spesso di "storie pretesto", in alcuni casi la storia è solo uno strumento, non sempre necessario.

Per comprendere meglio le origini di questo mondo consiglierei almeno due autori:

Consiglio quindi la visione di "Meshes of the afternoon" di Maya Deren:

parte1




e parte due

Nonchè un estratto da "Man with a Movie Camera" di Vertov:





Buona visione..

27.3.07

Il Super Medium: dis-intermediamoci



Il blog non ha cambiato improvvisamente direzione, semplicemente "colorare un dagherrotipo" per me significa aggiungere un elemento per modificare qualcosa di esistente e codificato.

In particolare la metafora si riferisce al dagherrotipo che come prima forma di riproduzione fotografica della realtà era in bianco e nero.
Il tentativo di rendere la foto perfetta prevedeva di prendere la lastra metallica e aggiungerci del colore in modo da rispecchiare la scena vera.

Il risultato spesso è che guardando un dagherrotipo colorato sembra di guardare un disegno molto ben fatto, ma strano, inquietante, e sicuramente molto più lontano dalla realtà della foto in bianco e nero originale.

Non so perchè ma le parole del titolo del post mi sovvengono ogni volta che cerco di spiegare cosa hanno fatto i media alla nostra percezione della realtà.

L'arrivo dei mezzi di comunicazione di massa all'inizio di questo secolo ci ha cambiati, ha cambiato l'uomo facendolo vivere in un mondo intermediato diverso dalla pura realtà dei sensi.
In particolare la radio e la televisione (a metà del secolo) si sono introdotte nelle nostre case, hanno iniziato a far parte della nostra intimità e quindi hanno assunto spesso il ruolo di componenti della famiglia silenti ma autorevoli.

La conoscenza della realtà è passata dalla tradizione orale della comunità di riferimento ad un insieme di informazioni veicolate - intermediate - e per questo (nel senso più ampio del termine) "manipolate".
Da quel momento anche i nostri sensi sono cambiati, quello che vediamo è costantemente confrontato con quanto abbiamo appreso dai media, la realtà è "colorata", ma spesso può apparire posticcia e generare insoddisfazione perchè ha come riferimento un mondo che vive in una scatola e che per quanto ne sappiamo potrebbe benissimo non esistere.

Questo insieme di considerazioni sono vere storicamente ma non granitiche, con l'arrivo dei nuovi media il senso delle cose sta di nuovo probabilmente cambiando.

La realtà non è più veicolata dall'alto verso il basso ma un evento può essere raccontato in tempo reale da chi lo sta vivendo, può essere visto da più punti di vista, un qualsiasi "real-atore" può raccontare meglio di un giornalista politicizzato un evento "della strada".

Quindi quale realtà stiamo percependo in questo momento?
Quella dei vecchi media? Quella dei nuovi media? Dipende? Da cosa?

Quando verrà inventato il media che ci permetterà di disintermediarci?

19.3.07

Save the cheerleader, save the world

Mettete insieme tutti i fumetti che avete letto sui super eroi,
pensate ad una catastrofe imminente di proporzioni mondiali,
ricordate la simpatia che avete sentito per lo Spiderman sfigato che prova per la prima volta i suoi super poteri,
immaginate una sottile linea invisibile che collega una manciata di uomini e donne che iniziano a sperimentare sulla propria pelle che Darwin non aveva previsto tutto,
guardate un uomo che può fermare il tempo...
ma credeteci: una cheerleader salverà il mondo...

HEROES

A mio parere un telefilm senza pretese di sconvolgere le menti dei telespettatori ma sincero ed interessante nella sua intricata storia che sembra più un pretesto per affezionarsi ai personaggi (a volte ben caratterizzati a volte solo abbozzati).

La fattura delle puntate è in media elevata e gli effetti speciali sono ben realizzati, alcune virate verso il teen-drama e l'ombra costante di fratelli maggiori come Lost rischiano di oscurarlo ma lo consiglio sicuramente perchè le prime puntate sono in continuo crescendo.

Recuperatelo...

18.3.07

The next 2.0 thing



E' interessante constatare la dinamica dei fenomeni che caratterizzano il web.

  • Una nuova idea viene creata da una piccola start up o da un singolo
  • diventa in breve il nuovo punto di riferimento per chi ama le nuove parole d'ordine (sharing, social network, 2.0 e via dicendo)
  • esplode con volumi inimmaginabili
  • tutta l'attività viene acquisita da uno dei big (Yahoo e Google su tutti)
A mio parere la prossima idea a seguire questo iter sarà Ning , una piattaforma abbastanza configurabile per creare Network Sociali.
Il punto di forza sembra essere la possibilità di essere flessibile e di non ancorarsi ad una logica di condivisione predefinita (lo status attuale di molte "2.0 cose").

Le premesse sono ottime, staremo a vedere.

13.3.07

Quanto possiamo consumare?

Il marketing è quella disciplina che si occupa di soddisfare i bisogni (anche dormienti) del cliente.

Da questa semplice definizione nasce poi tutta una serie di teorie sulla comunicazione, la pubblicità, il prodotto.
Di tutto questo spesso quello che rimane più impresso alle persone è la pubblicità stessa.

E' il riflesso più concreto sulla nostra quotidianità e spesso invade la nostra vita nei modi più disparati.
Dobbiamo ancora assumere che la maggior parte del carico pubblicitario passi attraverso i vecchi media.

L'interrogativo che mi è sorto è: qualcuno ha mai calcolato il riflesso economico di tutti gli stimoli ai quali siamo sottoposti durante la giornata?
Mi spiego meglio: prendendo una persona di una fascia sociale media, con un vita relazionale normale, con un reddito da lavoro nella norma, è possibile quantificare quanto dovrebbe spendere se rispondesse positivamente a tutti gli stimoli ricevuti (comprese automobili, crociere, gioielli, ma non dimenticando pasta e sughi pronti)?

La domanda è oziosa, senza scomodare le teorie comportamentali è ovvia un'attività di filtro costante che applichiamo per decidere le priorità di spesa.

Ma ragioniamo per assurdo: ogni giorno quanto teoricamente ci viene chiesto di spendere? Mettiamo che questo numero sia X, moltiplichiamolo per 30 giorni mese, abbiamo 30X=Y.
Stimiamo che la capacità di spesa massima sia qualcosa simile a Y/500 (ad esser prudenti). Immaginiamo inoltre che solo Y/1000 venga impiegato in attività di consumo.

Dobbiamo dedurne che in media solo lo 0,001% di quanto stimolato viene effettivamente attivato.

Mi piacerebbe conoscere l'andamento storico di questa percentuale e capire se stiamo effettivamente sviluppando anticorpi verso le forme tradizionali di advertising e se questo porterà ad un progressivo abbandono delle forme classiche della pubblicità.

12.3.07

Second Life: Bluff

















In questi ultimi giorni mi continuano ad arrivare informazioni su quanto sia fico, pieno, storico, numericamente ineguagliato, geniale, brand awarennizzante, destabilizzante, rivoluzionario e tuttelecosecheigiornalistiignorantiassocianoall'ultimofenomenochenoncapisconomache sembrafaretantatendenza quella cosa che corrisponde a questo nome:
SECOND LIFE

Ovviamente un bel pò di tempo fa lo provai ma l'impressione che ho avuto si può riassumere con:
una chat 3d fatta molto bene

Quello che mi fa impressione è che veri fenomeni sociali di portata globale vengono ignorati e si assecondano modelli di business vecchi di 10 anni che sembrano usciti dall'ultima ricerca universitaria sui nuovi media.

Il mondo di Second Life è molto statico, non si interagisce veramente con gli oggetti, il tutto è molto basato sul testo e se anche nel prossimo futuro è possibile intravedere sviluppi verso la voce e la vera interazione io mi chiedo: perchè i 5 milioni di Second Life fanno più notizia dei 6 milioni di World of Warcraft?

Il videogioco non è gratuito è vero, nonostante questo attira molte più persone, non è molto significativo? Nel videogioco on line si costruiscono vere e proprie mini società di persone che spesso continuano ad avere un rapporto continuativo, perseguono scopi comuni e si divertono insieme.
Ovviamente in WoW si può anche chattare...

In Second Life ci sono 5 milioni di utenti che al massimo possono far finta di ballare e si... chattano..
Ma siamo sicuri di quei 5 milioni? Dopotutto non c'è abbonamento e sarei curioso di conoscere il numero di utenti "silenti".

Vogliamo poi parlare di che fine farà Second Life quando Playstation Home prenderà piede?




In ogni caso il dato di fondo rimane, perchè si confonde un singolo programma, un singolo sito, un singolo SO per una tendenza?
Non si può sviscerare un fenomeno come quello delle comunità virtuali senza citare pedissequamente l'ultima singolarità che ne esalta solo alcuni aspetti?

7.3.07

Mockumentary: quando Peter Jackson ha riscritto la storia del cinema

Il Mockumentary secondo la mia personalissima definizione è un documentario che narra - con la forma propria di questo genere - vicende di fantasia.
In questi giorni se ne parla per il Mockumentary che narra l'omicidio di Bush e che è tutt'ora nelle sale cinematografiche.

La forza del genere è quella di sfruttare le dinamiche "real" di un documentario, quali la narrazione in terza persona, le interviste, la camera a mano ecc. ecc.
Tutto ciò fa calare lo spettatore molto facilmente nella sospensione della credulità, siamo portati quasi naturalmente a credere che tutto sia vero.

Il mio "Primo Contatto" con questo genere risale ad una notte di circa 7 anni fa, guardando "Fuori Orario" di Ghezzi sono incappato in un documentario appena iniziato che narrava le gesta di Colin McKenzie, maestro nell'arte del cinema degli albori che prima di moltissimi altri aveva scoperto il modo di riprodurre l'audio e il colore nel cinema (rispettivamente 1908 e 1911).
Le sue imprese di inventore dimenticato mi hanno appassionato;
complice l'ora notturna e la forza della narrazione ho realmente creduto che in Nuova Zelanda qualcuno avesse vissuto una vita avventurosa fra invenzioni e film girati nella giungla e mai più ritrovati...

Anche il finale mi colse impreparato e tutto quello che posso dire è che quando ho scoperto che si trattava di un Mockumentary sono rimasto deluso... avevo perso il senso della magia e della storia che avevo sentito guardando il film...

Stiamo parlando di Forgotten Silver di Peter Jackson

Invito chiunque ne abbia la possibilità a recuperare questo film, non rimarrà deluso e scoprirà un Peter Jackson inedito, quello delle trovate geniali e dei film a costo zero, forse quello che preferisco.

3.3.07

La pubblicità, Google e come possiamo peggiorare le cose

E' difficile non accorgersi di come Google sia il vero player dell'advertising on line, i suoi sistemi funzionano e generano soldi, molti per Google stesso sicuramente.

Mentre il mondo del marketing si interroga sull'effettiva capacità delle nuove forme di pubblicità di generare ROI sopra la media della pubblicità classica si scatenano in rete le critiche su alcune forme di advertising molto aggressive.

Un esempio classico è la pubblicità che compare nel servizio di GMAIL, Google dichiara di non violare la privacy ma è ovvio che gli annunci sono contestualizzati rispetto al contenuto della mail che si sta leggendo.

Mi chiedo: se questa impostazione fosse esportata nel mondo reale come reagirebbe il consumatore? Con la stessa indifferenza che sta dimostrando adesso?

Immaginiamo di percorrere una strada in centro città mentre parliamo con i nostri amici del film da vedere in serata, dopo qualche decina di metri un pannello illuminato ci tempesta con il titolo dell'ultimo blockbuster americano.

Tecnologicamente il problema non si pone, basta un software che raccolga con un microfono le conversazioni dei passanti, dopo le opportune analisi viene proposto il messaggio più consistente sul pannello luminoso.
Ovviamente il pannello sarà touch screen e sarà possibile interrogarlo per avere maggiori informazioni. Il negozio o la casa che lo ospitano ovviamente avrebbero il loro tornaconto.

Sono abbastanza sicuro che si leverebbero subito proteste di ogni tipo e arriverebbe una legge a bloccare il tutto.

Forse esistono delle leggi che lo impediscono?
Non lo so, se così fosse queste leggi non si applicano anche al mondo on line? Il principio è esattamente lo stesso.

Esiste quindi veramente l'idea che on line tutto è concesso?