27.3.07

Il Super Medium: dis-intermediamoci



Il blog non ha cambiato improvvisamente direzione, semplicemente "colorare un dagherrotipo" per me significa aggiungere un elemento per modificare qualcosa di esistente e codificato.

In particolare la metafora si riferisce al dagherrotipo che come prima forma di riproduzione fotografica della realtà era in bianco e nero.
Il tentativo di rendere la foto perfetta prevedeva di prendere la lastra metallica e aggiungerci del colore in modo da rispecchiare la scena vera.

Il risultato spesso è che guardando un dagherrotipo colorato sembra di guardare un disegno molto ben fatto, ma strano, inquietante, e sicuramente molto più lontano dalla realtà della foto in bianco e nero originale.

Non so perchè ma le parole del titolo del post mi sovvengono ogni volta che cerco di spiegare cosa hanno fatto i media alla nostra percezione della realtà.

L'arrivo dei mezzi di comunicazione di massa all'inizio di questo secolo ci ha cambiati, ha cambiato l'uomo facendolo vivere in un mondo intermediato diverso dalla pura realtà dei sensi.
In particolare la radio e la televisione (a metà del secolo) si sono introdotte nelle nostre case, hanno iniziato a far parte della nostra intimità e quindi hanno assunto spesso il ruolo di componenti della famiglia silenti ma autorevoli.

La conoscenza della realtà è passata dalla tradizione orale della comunità di riferimento ad un insieme di informazioni veicolate - intermediate - e per questo (nel senso più ampio del termine) "manipolate".
Da quel momento anche i nostri sensi sono cambiati, quello che vediamo è costantemente confrontato con quanto abbiamo appreso dai media, la realtà è "colorata", ma spesso può apparire posticcia e generare insoddisfazione perchè ha come riferimento un mondo che vive in una scatola e che per quanto ne sappiamo potrebbe benissimo non esistere.

Questo insieme di considerazioni sono vere storicamente ma non granitiche, con l'arrivo dei nuovi media il senso delle cose sta di nuovo probabilmente cambiando.

La realtà non è più veicolata dall'alto verso il basso ma un evento può essere raccontato in tempo reale da chi lo sta vivendo, può essere visto da più punti di vista, un qualsiasi "real-atore" può raccontare meglio di un giornalista politicizzato un evento "della strada".

Quindi quale realtà stiamo percependo in questo momento?
Quella dei vecchi media? Quella dei nuovi media? Dipende? Da cosa?

Quando verrà inventato il media che ci permetterà di disintermediarci?

1 commento:

Firewal499 ha detto...

Difficile articolare un discorso poco superficiale in poche righe. Il tema del post è molto interessante e ri-apre un conflitto millenario tra media-realtà-arte. Parlo di millenni perchè anche i graffiti sulle caverne viste come espressione ed interazione potevano essere considerati "media". Allora si cercava di inquadrare gli episodi di vita nel modo piu reale possibili con tutti i limiti di mezzi e creatività dell'epoca. Direi quindi che l'uomo ha sempre cercato di riprodurre la realtà e cio che lo circonde servendosi dei mezzi piu disparati. A questo a un certo punto si è unita l'esigenza di riprodurre l'immaginazione i sogni e le emozioni. Per alcuni periodi credo che le due cose abbiano camminato parallelamente. Oggi, forse non è piu cosi. Realtà, fiction, sensazioni, emozioni, immaginazione si accavallano in intrecci comunicativi sempre piu articolati. Per questo risulta difficile prevedere un futuro nel quale sara possibile dis-intermediarsi.