30.10.07

Un Taxi a Roma ovvero quando il mercato non esiste

Questa è la scena che mi si è presentata davanti un giorno lavorativo a Roma, Stazione Termini, ore 10.30 di mattina


E' evidente che questa fiumana di persone è in fila per un taxi e come lo stesso faccia tristemente capolino in fondo alla medesima fila... Circa 50 metri più avanti rispetto alla mia posizione.

Posso capire le ragioni di una categoria e la spinta a proteggere uno status raggiunto e soprattutto mantenuto con una grande fatica. Appare comunque chiaro che c'è uno squilibrio tra domanda ed offerta e questo si riflette anche sulla qualità del servizio una volta che lo stesso viene erogato, infatti una volta a bordo il taxista con il quale conversavo amabilmente ha cercato a più riprese di convincermi che sarebbe stato meglio per me prendere un mezzo pubblico piuttosto che cercare di raggiungere l'altra parte della città in taxi.

Ho desistito per pigrizia ma anche perchè infastidito da questo atteggiamento poco "customer oriented"...

Evidentemente corse lunghe e file chilometriche non vanno d'accordo con il modello di business dei taxisti e il risultato è che il cliente viene quasi convinto che per lui la soluzione migliore è essere scaricato a pochi chilometri dalla Stazione di partenza...

E' strano come il comune di Roma non colga l'occasione per istituire ed ampliare servizi ibridi taxi-bus, a mio parere sarebbero a vantaggio di tutti.

7.10.07

Lo spot antipirateria, i bisogni del target e i soldi buttati...

Introduciamo subito il colpevole: lo spot antipirateria che ci accompagna prima di ogni proiezione al cinema




Non discuto del merito, non è un post sulla morale del diritto d'autore ne una sua variante, è semplicemente un post che cerca di analizzare uno spot che per come è impostato è probabilmente il peggio riuscito della storia..

Uno spot dovrebbe nella teoria della comunicazione:

  • - esemplificare una necessità ovvero un bisogno
  • - proporre un prodotto in grado di esaudirla attraverso alcuni benefici specifici
  • - spiegare le ragioni per le quali il prodotto è in grado di dare i benefici promessi
Ovviamente il bisogno ed il prodotto devono essere pensati per un target specifico.

Nel caso dello spot in questione la domanda è: quale è il target?
I giovani tecnologicamente smaliziati che usano la rete per scaricare contenuti protetti dal diritto d'autore?

La risposta pare essere affermativa visto il taglio che viene dato allo spot: musica incalzante, ritmo serrato, montaggio "atletico".

Ma se il target è quello dei giovani quale è il bisogno che stiamo cercando di esaudire?
La risposta sembra incredibilmente essere: IL BISOGNO DI LEGALITA' ovvero il BISOGNO DI NON TRASGREDIRE

PECCATO CHE TUTTI SANNO CHE I GIOVANI VOGLIONO TRASGREDIRE E HANNO "BISOGNO" DI TRASGREDIRE!

Il presupposto è quindi sbagliato e il parallelo che si fa tra il furto di un oggetto e il furto di un film è assolutamente incentivante rispetto al desiderio di trasgressione, sostanzialmente lo spot ottiene un effetto inverso, infatti la retorica dello spot è:

"Non ruberesti mai un auto"
"Non ruberesti mai una borsa" ecc ecc.

Il pensiero inconscio che esprimerebbero i giovani al di fuori delle normali sovrastrutture nelle quali vivono (legge, famiglia ecc ecc) è:

"SI,ruberei!"
"SI, trasgredirei!"

Quindi lo spot alimenta il bisogno di trasgressione, fornisce tragressione a buon mercato, da la possibilità di sentirsi ladri, lestofanti, malfattori senza in realtà rischiare niente.
E' il paradiso del target a cui si rivolge, il fatto che il bisogno che va a soddisfare sia diametralmente opposto a quello sperato è solo un piccolo incidente di percorso...

Per inciso io avrei indirizzato uno spot antipirateria ai genitori, loro si che sarebbero interessati al rispetto delle regole, le multe salate sono tipicamente un onere del genitore e quindi chi meglio di lui può proteggere il diritto d'autore??