Il marketing di noi stessi
Con la nascita del web ciascuno di noi lascia orme abbastanza marcate sul terreno digitale della grande rete.
Molti hanno un Curriculum on line, molti scrivono sui forum e frequentano le community degli hobby che li appassionano, molti chattano con sconosciuti, molti mettono a disposizione foto e video personali su un sito per farli vedere agli amici, molti aderiscono a petizioni on line.
Ovviamente tutto questo contribuisce a creare un nostro "io" digitale che ci rappresenta in parte ma che come ogni forma mediata di espressione crea un "io" virtuale che può essere o meno somigliante a quello che ci piace vedere nello specchio la mattina.
In effetti queste azioni apparentemente innocue oltre a mettere a rischio la nostra privacy hanno conseguenze non controllabili e soprattutto a lunghissimo termine.
Il caso più citato ultimamente è quello del classico selezionatore delle Risorse Umane che "googla" per cercare tracce del candidato, lo stesso viene quindi valutato sulla base di quello che ha "recitato" durante il colloquio ma viene anche scandagliato a 360°.
E' inutile dire che siamo in continua evoluzione e che quindi quanto pensato e scritto anni fa non ci rappresenta se non in parte, la rete però ha una memoria infinita e per questo non se ne può prescindere.
Le conseguenze del nostro operato on line contribuiranno a costruire una sorta di "biografia personale non autorizzata"...
Ma siamo sicuri di volerlo?
Quante volte siamo cambiati nella vita e quante volte abbiamo scritto e detto alcune cose senza pensarle veramente?
Saremo costretti veramente a presentarci in rete come un prodotto da vendere?
Nasceranno delle società specializzate nella cancellazione delle nostre memorie on line?