21.5.07

Il marketing di noi stessi

Con la nascita del web ciascuno di noi lascia orme abbastanza marcate sul terreno digitale della grande rete.

Molti hanno un Curriculum on line, molti scrivono sui forum e frequentano le community degli hobby che li appassionano, molti chattano con sconosciuti, molti mettono a disposizione foto e video personali su un sito per farli vedere agli amici, molti aderiscono a petizioni on line.

Ovviamente tutto questo contribuisce a creare un nostro "io" digitale che ci rappresenta in parte ma che come ogni forma mediata di espressione crea un "io" virtuale che può essere o meno somigliante a quello che ci piace vedere nello specchio la mattina.

In effetti queste azioni apparentemente innocue oltre a mettere a rischio la nostra privacy hanno conseguenze non controllabili e soprattutto a lunghissimo termine.
Il caso più citato ultimamente è quello del classico selezionatore delle Risorse Umane che "googla" per cercare tracce del candidato, lo stesso viene quindi valutato sulla base di quello che ha "recitato" durante il colloquio ma viene anche scandagliato a 360°.

E' inutile dire che siamo in continua evoluzione e che quindi quanto pensato e scritto anni fa non ci rappresenta se non in parte, la rete però ha una memoria infinita e per questo non se ne può prescindere.

Le conseguenze del nostro operato on line contribuiranno a costruire una sorta di "biografia personale non autorizzata"...

Ma siamo sicuri di volerlo?
Quante volte siamo cambiati nella vita e quante volte abbiamo scritto e detto alcune cose senza pensarle veramente?

Saremo costretti veramente a presentarci in rete come un prodotto da vendere?

Nasceranno delle società specializzate nella cancellazione delle nostre memorie on line?

20.5.07

Save Jericho, Save the World

Il mondo è distrutto dalle esplosioni atomiche...

due piccoli paesi della provincia americana stanno per iniziare una guerra post-atomica per contendersi le poche risorse rimaste...

sullo sfondo è possibile vedere la creazione di nuove entità politiche che sono solo un lontano ricordo dei vecchi USA...

In tutto ciò la CBS cosa fa? Cancella Jericho e ci fa perdere un'altra buona occasione per vedere della buona fiction... Ne ho parlato bene tempo fa e devo dire che dopo un momento fiacco di metà stagione la serie ha dimostrato grandi potenzialità.

Per questo aderisco all'appello in perfetto stile WEB 2.0 ripreso anche da Tvblog per chiedere alla CBS di ritornare sui suoi passi.




Speriamo in sviluppi positivi...

14.5.07

La Fine del Mondo

Diciamo subito che il tema ha mercato: libri, film e musica si sono buttati a capofitto sul discorso e immaginare che tutto prima o poi finisca in un unico grande evento probabilmente nasconde qualcosa di consolatorio o catartico che stimola la maggior parte delle persone.

Alcuni incrociano questo tema con la paura di essere soli e senza scopo nell'universo, quindi gli alieni verranno a distruggerci... un misto di senso di colpa e voglia di espiazione che trova nei film "invasione da fine di mondo" la sua migliore rappresentazione.

Cito qualche opera fra le mie preferite:

La Notte dei Morti Viventi - Il primo di una lunga serie di film in cui finalmente i morti ci vengono a chiedere spiegazione degli errori commessi in vita, claustrofobico ed accecante nella sua lucidità.
Qui in versione completa!








L'ultimo Uomo della Terra - Tratto da "Io sono leggenda" di Matheson racconta come l'ultimo uomo sopravvisuto sulla terra stia cercando di sopravvivere in un mondo di vampiri..




Il Dottor Stranamore - Ovvero come Kubrick spiegò al mondo che la fine del mondo è una barzelletta che fa ridere e morire. "L'arma di fine di mondo" diventa l'emblema dell'infinita stupidità umana, ma basta cavalcarla come se fosse un toro per illudersi che tutto può finire bene.



The War of the Worlds - da Orson Welles un programma radiofonico che gettò nel panico migliaia di persone negli USA che confusero la narrazione con la realtà. Nella sua descrizione "avevamo sottostimato l'estensione della vena di follia della nostra America"...




In effetti sembra che in tutte le interpretazioni ci sia un unico grande evento che improvvisamente metta fine alle nostre sofferenze.
Il tema mi ha sempre affascinato e lo spunto per il post viene da questo articolo scovato su Ecoblog: http://www.ecoblog.it/post/3422/co2-e-attacchi-di-panico

  • E se la fine del mondo avvenisse lentamente?
  • Se fra qualche anno la concentrazione di anidride carbonica ci facesse impazzire tutti?

Ovviamente è più probabile che ci si estingua per qualche altro problemino (virus o altro) ma sarei curioso di vedere qualche opera su questo tema, magari una serie televisiva.
Probabilmente Jericho è ancora troppo legato all'idea della grande bomba per essere in tema.

Nel frattempo consiglio a tutti la visione di "Una scomoda verità" , forse la cosa che per ora si avvicina di più a quello che ho in mente.

10.5.07

Ancora sul videogioco violento...

Oggi Beppe Grillo ha scritto un post sulla violenza in tv, non so se la conclusione alla quale arriva sia vera (ovvero che tanta violenza non può che generare violenza) ma mi stupisce come la violenza in tv sia in effetti un fenomeno che suscita ben poco scalpore rispetto alle cicliche rivolte popolari contro il videogioco violento di turno.

In ogni caso il passaggio più ironico del post è anche il più interessante:
"All’inizio dei film metterei il numero di assassini, che so 58, 231. Uno si sa regolare. E nei titoli di coda, accanto agli interpreti, le causa del decesso."

In effetti nei videogiochi questo tipo di attenzione già esiste, i videogiochi violenti hanno ben chiaro evidenziato sulla confezione che il contenuto non è adatto a non adulti, in tv invece oltre ad un "bollino" temporaneo non è possibile identificare a priori un contenuto violento.

Che il mondo del videogioco debba essere considerato più evoluto di quello televisivo?

6.5.07

Psicopatologia degli oggetti quotidiani

Lo spunto del post è "La caffettiera del masochista" un bellissimo libro di Norman (ormai di qualche anno fa) che attraverso l'analisi di molti oggetti comuni ne evidenzia la difficoltà d'uso dovuta soprattutto ad errori di design.
Il libro va oltre e aggiunge che gli errori di design sono sostanzialmente dovuti alla non conoscenza del funzionamento dei meccanismi del cervello umano.

Non nego che questo libro mi ha "liberato", in effetti si legge a più riprese che molte persone che come me credevano di essere affette da un'incapacità ad usare gli oggetti più semplici in realtà sono vittime del cattivo design industriale.

Googolando un pò in giro sul tema ho scoperto delle risorse interessanti che vi segnalo:

il sito di Norman (autore del libro)
il sito di Kevin Kelly (con una bellissima sezione sui "cool tools")

Ma soprattutto trovo geniale questo sito:
howtoopenthings.com
Dove è possibile reperire tantissimi filmati che mostrano "come fare ad aprire il..".
Il tutto è condito da un meccanismo di voto sui filmati proposti a risoluzione di ogni "dilemma" proposto...

4.5.07

Fuori dai Marketing Blog Playoffs!

E' finita per Mediablog la bella avventura nei Marketing Blog Playoffs.
In effetti il mio avversario mizioblog è sicuramente da annoverare fra i migliori della competizione e devo esser franco:
se avessi fatto parte della giuria avrei votato per lui ^_^

Rimane il piacere di aver partecipato alla competizione e di aver scoperto molte realtà interessanti.

2.5.07

Accanirsi sul cliente è low cost?

A volte mi chiedo se la famosa "marketing miopia" sia qualcosa che almeno nelle grandi aziende sia possibile evitare.

Ho sperimentato negli ultimi tempi i servizi di una nota compagnia aerea irlandese low cost che serve molte tratte italiane.
In particolare mi sono concentrato sulla tratta Milano-Roma constatando che il viaggio in treno spesso risultava anti-economico rispetto ad un viaggio prenotato con il dovuto anticipo con la sopra citata compagnia low cost.

Il livello del servizio è stato sempre sulla soglia dell' "accettabile", in effetti i continui ritardi ed hostess a dir poco imbarazzanti possono recare disturbo ma la consapevolezza di risparmiare tempo (circa 45 minuti considerando anche i tempi di percorrenza per arrivare in aereoporto) e denaro fa chiudere un occhio.

L' evento che mi ha fatto tornare a pensare al treno è scaturito dallo scandaloso stato delle nostre autostrade che ha causato un ritardo della navetta ed un conseguente mio arrivo fuori tempo massimo al check in.
Ho scoperto con delusione che i sistemi della compagnia non sono flessibili e che quindi superando di soli 3 minuti la soglia temporale prefissata (37 minuti prima del volo invece di 40) ci si trova di fronte all'impossibilità di imbarcarsi sul proprio volo.
Fin qui in effetti niente di eclatante, si prende atto del fatto che altre compagnie sono più flessibili mentre quelle low cost sono limitate e si cercano soluzioni per poter comunque tornare a casa.

Con sconcerto vengo a sapere che il limite temporale suddetto si applica solo a chi ha il volo prenotato, per chi precedentemente si fosse messo in "lista di attesa" (probabilmente per aver perso il proprio aereo) è ancora possibile fare il check in...
Qui scatta il paradosso e il pensiero continua a tornare al treno...

In ogni caso conscio del fatto che la "lista di attesa" rappresenta comunque una possibilità di tornare a casa in serata mi informo meglio per cercare di sfruttare il volo successivo..
Ecco che la "miopia" si manifesta ed incredibilmente per chiunque - indistintamente se con prenotazione sul volo precedente o nuovo cliente - si applica una "penale" di "lista di attesa" di ben 90 euro oltre al costo del biglietto già sostenuto!!!

E' quasi sicuro che si trovi un posto perchè statisticamente su 200 persone c'è sempre qualcuno che non riesce a rispettare i tempi ma mi chiedo: era proprio necessario accanirsi sul cliente già penalizzato?
Il risparmio accumulato dal cliente - e sottolineo il discorso economico perchè è il cavallo di battaglia delle compagnie low cost - nei mesi in cui decide di preferire l'aereo al treno viene annullato in un solo momento e sostanzialmente il cliente non viene in nessun modo "aiutato" nel suo "rapporto continuativo con l'azienda"..

Forse le compagnie low cost non sono adatte ai viaggiatori abituali? Vanno prese a piccole dosi e non ci si deve aspettare niente di più che un rapporto sporadico di scambio di valore?
In ogni caso la mia decisione è stata quella di avvalermi forse per l'ultima volta dei servizi di questa compagnia.

Il dubbio sull'accanimento verso il cliente rimane..