25.4.07

Multicanalità: chi può e chi non può

Multicanalità ,
da qualche anno sembra che il marketing non ne possa prescindere, tutti ne parlano e tutti la vogliono ma chi veramente ne può giovare?

Chi vende servizi ha subito potuto approfittare dei nuovi canali di comunicazione, il settore del turismo e dei mezzi di trasporto non cittadini probabilmente sono quelli che probabilmente negli ultimi anni hanno dovuto rivedere il loro modello di business in conseguenza al fatto che il percorso d'acquisto per una grande percentuale dei consumatori di questo settore inizia su internet.

Interessante in questo senso realtà come Priceline che reintermediano in un modo tutto nuovo il rapporto consumatore/azienda, il cliente fa il suo prezzo e Priceline sfruttando gli angoli oscuri delle grandi economie di scala (ad una compagnia aerea conviene vendere 20 biglietti a 5 euro l'uno nelle 24 precedenti il volo piuttosto che non incassare nulla e dover comunque abbattere gli stessi costi) trova la soluzione migliore.

Alcune aziende sono nate con il gene delle multicanalità, Dell ha potuto adattarsi al nuovo mondo meglio di chiunque altro proprio perchè nasceva già come società per corrispondenza.
Anche il mondo delle telecomunicazioni ha potuto allargare gli orizzonti possibili e il classico canale telefonico non è più l'unico possibile.

In questo scenario mi chiedo come il marketing per antonomasia, ovvero quello del largo consumo, stia cercando di affrontare le nuove sfide.
In questo mercato maturo e difficile è raro vedere esempi eclatanti di multicanalità, le logiche di distribuzione sono ancorate alla GDO e le aziende spesso sono costrette ad adeguarsi più che a guidare il canale.

Mi chiedo quindi: quando i big del settore inizieranno veramente a pensare in termini di multicanalità. Quando P&G, Barilla, Nestlè "scenderanno in campo"?
Lo faranno?
Alcuni esempi come Clicca il Pomodoro mi fanno pensare che forse la GDO si stia già preparando allo scenario futuro.

Ma se nel largo consumo dovesse continuare a non succedere nulla dovremmo forse ammettere che la parola d'ordine della multicanalità non vale per tutti?

Passato il turno!


MEDIABLOG con qualche giorno di ritardo (dovuto ad inenarrabili problemi tecnici) festeggia il passaggio del primo turno ai PlayOff più intriganti della rete: i marketing blog Play Off.

Non voglio spendermi in buone parole per il blog battuto perchè rischierebbe di rientrare nell'ipocrisia del vincitore (comunque a mio parere stiamo tutti vincendo visto i click che il ring sta generando), quello che posso fare invece è linkaremdplab ed invitare tutti a leggerlo come ho fatto io, è molto interessante.

Al prossimo turno!

17.4.07

Google Marketing?

Sarà che il Marketing blog Playoffs 2007 è entrato nel vivo, sarà che era da un pò che mi ripromettevo di farlo, saranno tante cose ma vorrei parlare un pò di Google.

Tempo fa scovai questa immagine (i sette principi del marketing Google)


Più o meno recita

  1. I risultati devono essere tracciabili
  2. Incentiva il trial
  3. Fai parlare gli altri per te
  4. Dati (numeri), non hype
  5. Sei sveglio e il tuo tempo è importante
  6. Siamo seri. Eccetto quando non lo siamo
  7. Le grandi idee ci trascinano
Trovo questa immagine una delle tante dimostrazioni di come Google abbia cercato di creare intorno a se non solo un sistema di mercato quanto piuttosto un modo di pensare (principio 5) che gli ha permesso di diventare nel tempo il punto di riferimento per tutti gli opinion leader della grande rete e quindi di diffondersi non come una società che vende servizi (cosa che fa raramente, vedi principio 2) quanto piuttosto come un verbo (3).

Nel tempo Google ha rappresentato (spesso in contrapposizione con Microsoft) un insieme di valori associati al suo brand che vanno dalla libertà, alla neutralità, passando per l'innovazione.
La personalizzazione di una società sembra in questo caso ai livelli visti solo per nomi del calibro di Apple.

La domanda è: tutto questo quanto è sostenibile nel tempo?

Prendiamo il caso di Google Cina e delle censure imposte, ormai è famoso perchè nel mondo si è parlato di Google come del gigante buono che si piega ai voleri della strega cattiva.
Non discuto il merito (francamente mi sembra abbastanza ragionevole quanto accaduto) quanto piuttosto il fatto che eventi del genere possano minare la stessa idea di Google e la fiducia che ispira.

Se il nostro eroe si è arreso come possiamo sperare di affidargli il nostro villaggio? Le critiche mosse sulla privacy possono essere più o meno giuste, non importa, importa che tutto dipende da quanto ci fidiamo di Google.

Parliamo di innovazione, se Google Video si arrende a You Tube e quest'ultimo viene assorbito che fine fanno l'innovazione e le grandi idee? Mi sembra scontato che una società debba espandersi acquisendo alcuni pesci piccoli ma siamo sicuri che questo sia vero anche per la grande G?

E il timore instillato negli addetti ai lavori dopo l'acquisizione di Doubleclick? Alcuni già scrivono e parlano di somiglianze fra Google e Microsoft...

Se il capitano Akab invece di giurare che se avesse avuto un cannone al posto del petto avrebbe sparato il cuore contro la Balena Bianca iniziasse ad ingrassare a dismisura e a nuotare?

Google è nato nell'era dei blog e della critica a tutti i costi, mi piacerebbe essere fra 10 anni e capire se il capitano Akab ha arpionato veramente Moby Dick.

15.4.07

Cosa serve al blog giovane?

Non lo nego, sono appassionato delle statistiche sul mio blog.
Mi piace capire se le mie azioni e modifiche impattano realmente sul ritorno in termini di visite e conversioni.

Sia chiaro che scrivo per il piacere di tenere una sorta di memoria delle mie idee e per poter meglio interfacciarmi con alcune realtà che mi interessano, in ogni caso mi sono interrogato sul processo che porta un blog ad essere visitato e letto più frequentemente di altri.

Il picco di visite ottenuto in seguito ad un link della sezione "Siti per Navigare" del sito Punto informatico mi ha ulteriormente spinto ad interrogarmi sul tema dei blog (escludendo quelli di carattere prettamente personale).

Ritengo queste regole sacrosante, aggiungo di mio qualche considerazione ulteriore:

  • Almeno inizialmente l'obiettivo di un blog giovane non può essere misurato in termini di visite generiche, è più importante la qualità dei visitatori che un numero imprecisato degli stessi generato in vari modi che spesso si traduce in visite brevissime. In questo senso è più interessante pensare a "visite in target".
  • Le esplosioni di visite creano una scia positiva, più i picchi sono generati da siti in target (link vari e citazioni) e più la scia sarà lunga.
  • I contenuti sono la premessa imprescindibile.
    Nel breve e medio termine la qualità degli stessi è sostanzialmente non funzionale all'incremento del numero di visitatori, nel lungo periodo invece emergono perchè correttamente indicizzati dai motori di ricerca creando traffico spontaneo prezioso.
  • Il tema del blog deve essere un driver e non un limite, si rischia di non farsi più trascinare da un'idea di condivisione di punti di vista quanto piuttosto da un'idea astratta di "sito che tratta di".
  • Non credo siano particolarmente vere regole del tipo "sintesi sempre" ecc. ecc. Quando un post è interessante viene letto fino in fondo o viene "esplorato" visivamente per coglierne gli aspetti più interessanti. Recenti ricerche sembrano tra le altre cose confermare che non esiste il "lettore sul web" ma ne esistono vari tipi, semplicemente va deciso per quali di essi scrivere nel blog
In conclusione scrivere deve essere un piacere e uno stimolo, non un mestiere, va bene Google Adword per potersi pagare un dominio ad hoc ma non si fanno i soldi con un blog.

14.4.07

Realtà aumentata

Non mi sono stupito di trovare fra i 21 flops tecnologici più clamorosi di tutti i tempi la Realtà Virtuale.

Sono ormai 20 anni che se ne parla in ambito di ricerca ma sostanzialmente non ha mai trovato un mercato consumer degno di nota (a parte qualche applicazione di nicchia nel campo medico o scientifico).

Ricordo con molto fastidio la mia prima esperienza in merito, dopo circa 15 minuti con un casco in testa mentre mi dimenavo nel tentativo di sparare a qualche nemico ho iniziato ad accusare nausea e mal di testa.
Alcuni esperimenti hanno inoltre evidenziato che questi disturbi con l'uso prolungato non diminuiscono ma anzi tendono ad aumentare.
E' probabile che il nostro cervello non sarà mai in grado di interpretare correttamente gli stimoli da un mondo in completa sovrapposizione opaca a quello esistente.

La ricerca in questo campo ha comunque portato al concetto molto più interessante di Realtà Aumentata, un sistema che sostanzialmente sovrappone a quello che vediamo delle immagini 3d generate al computer capaci però di interagire con il mondo reale.

Il video che segue spiega molto bene il concetto




Non appena la tecnologia lo permetterà sarà possibile proiettare quindi le immagini virtuali sulla realtà che ci circonda indossando dei semplici occhiali collegati al sistema di elaborazione.



A questo punto applicazioni commerciali risultano molto più probabili e non escludo che nei prossimi anni si possa assistere a nuovi mercati ludici e di intrattenimento legati a questo tipo di logiche.

Chissà se l' Eye Toy di prossima generazione userà concetti simili ?

10.4.07

Scrivere con la luce: digressione personale sulla fotografia

La fotografia è stata anche definita come "il medium trasparente", in effetti per sua natura riesce molto bene a rendere la realtà o alcuni suoi aspetti.

Quello che mi ha sempre intrigato della fotografia è però la sua possibilità di ibridare la realtà di un momento con quelli immediatamenti precedenti e successivi in un unico "quadro".

Tornare all'origine della parola (grafia=scrittura, foto=luce) è una delle cose che preferisco, posto qui qualche mia interpretazione sul tema.

Sono contributi personali, qualsiasi uso deve essere preventivamente richiestomi.

5.4.07

e i Trailer...

Non è un altro post sul cinema ma su una delle sue emanazioni,

Il Trailer


Lo trovo una summa di capacità espressiva eccezionale nella quale la ricerca dell'impatto emotivo è lo scopo principale.

Le immagini del film vengono montate e ricostruite, non si cerca di spiegare la storia ma solo di suscitare nello spettatore una spirale di curiosità che lo porti nella migliore delle ipotesi ad informarsi sul film e a fare veicolo pubblicitario tramite il passa-parola.

In questo caso più che in altri è proprio vero che il medium è il messaggio e il messaggio il medium.

Mi chiedo: ma dietro un trailer c'è sempre il regista del film?

Me lo chiedo perchè ci sono dei film dei quali vale la pena guardare solo il trailer...

Ultimamente il trailer è passato anche sul mondo dei videogiochi, per questo nella carrellata che segue ci sono anche trailer riguardanti questo mondo.

Eccone qualcuno dei miei preferiti

Il Padrino


GTA IV

300

Clercks II

GrindHouse

Sin City

RKO 281




Questo non vuole essere un post su "Citizen Kane" e forse non è nemmeno un post vero e proprio.

Prendetelo come un invito, se non sapete cosa sia "Citizen Kane" e ignorate il nome di Orson Welles, correte subito ai ripari e googolate immediatamente.
Se già lo conoscete e volete approfondire la genesi di questa pietra miliare vi consiglio la visione di

RKO 281

Un film sul film, il perfetto meta-film che racconta la genesi di un'opera che ha condannato un regista a fare i conti con il fatto di aver creato il suo capolavoro ineguagliabile a soli 24 anni..