14.2.07

Realismo? No grazie


Il Realismo è stato per molte forme di espressione un limite, un confine, basti pensare a cosa ha significato per le arti figurative statiche, il suo superamento ha permesso di approfondire percezioni e modi di sentire che per molti versi all'inizio del Novecento hanno segnato la nostra storia.

Per non parlare della sua rivisitazione nella letteratura con il Realismo Magico degli scrittori Sud Americani.

E' quindi normale vedere una fotografia sfocata e cercare di interpretarne la forza autoriale, ma perchè spesso questo non accade anche per il cinema?

Spesso sento commenti a scene di un film che recitano "E' assurdo", "Che cazzata", "Hanno esagerato", "E' finito nell'assurdo", "Vabbè allora ditelo" e via cantando.

Non ci si interroga sul film nella sua evoluzione ma ci si ferma al commento particolare.
Alcuni generi si prestano molto a questo discorso, come la fantascienza o l'horror, ma io mi chiedo: è davvero importante il realismo?
Ovviamente se parlo di fantastico non posso parlare di realtà e allora come è possibile guardare un film di genere ed avere una percezione così distorta?

In effetti il problema è che spesso la mancanza di realismo viene considerata mancanza di coerenza. Ma le cose sono molto diverse.

Guardando "King Kong" di Peter Jackson mi è capitato di ragionare su come un grande scimmione e migliaia di dinosauri possano essersi conservati per milioni di anni in una piccola isola, in effetti il dubbio non è durato molto ed è definitivamente scomparso durante la scena della corsa dei sauri rincorsi dai velociraptor, semplicemente non esistevano più i presupposti per il dubbio, il senso del fantastico ha preso il sopravvento.

Però!

La mancanza di coerenza avrebbe potuto rovinare effettivamente la scena, pensiamo per un attimo a cosa avremmo pensato se improvvisamente i sauri avessero iniziato a volare! Tutto sarebbe scaduto nel ridicolo.

Quindi migliaia di dinousari che sopravvivono in pochi kilometri quadrati sono più realistici di dinosauri che volano?

"E' assurdo"...

1 commento:

digressione ha detto...

Mio caro amico, quello che cerco di convincerti da anni e che tu ti ostini testardamente a rifiutare, è che violazione del patto narrativo non corrisponde a bisogno spasmodico di realismo, bensì alla precisa assunzione di una serie di norme ben definite che regolano il rapporto tra autore e fruitore di un contenuto. In parole povere, per quanto mi riguarda la presenza di un migliaio di dinosauri (che tra l'altro muiono come mosche) sopravvissuti su di uno scoglio nel bel mezzo dell'oceano viola il patto narrativo che permette allo spettatore di sentirsi coinvolto nello spettacolo. Mentre, e qui ti dimostrerò che non sono un integralista della verosimiglianza, non salto indignato sulla sedia quando vedo Wolverine che squarcia la propria carne con le propaggini acuminate del proprio scheletro metallico o l'uomo ragno che cammina verticalmente sul profilo di un grattacielo vertiginoso. E tutto questo per le premesse che l'autore ha disseminato in modo espicito o implicito all'interno della propria opera. Che in un'isola sconosciuta ci sia una specie di mammiferi che si è sviluppato a dismisura posso anche essere portato a crederlo, ma che coesistano con esso rettili scomparsi milioni di anni prima no, questo non lo accetto. Anche perchè biologicamente è possibile che si sviluppino forme di vita abnormi (gigantismo?) ma la presenza di mammiferi ipersviluppati e archeo-rettili nel medesimo contesto spazio temporale questo è darwinianamente parlando una bestemmia. Concludo dicendo dunque che la verosimiglianza è necessaria sempre (a meno che tu non guardi un film come osservi un quadro di Dalì o i gli screensaver coi frattali...), i suoi termini però vanno definiti in un certo ambito. Nel caso di King Kong l'ambito in cui svaria Jackson va troppo oltre quelle che potevano essere le premesse: dunque per quanto mi riguarda che i dinosauri esistessero, volassero o cagassero pizze margherite (non cito la pioggia di ciambelle di Homer - Puntata di Halloween N.5) è esattamente la stessa cosa, che mi fa sbottare, affondare nel sedile e esclamare a voce alta "E va be..."